consigli abbronzatura
Bellezza

Solari con filtri chimici o fisici? Come e quali scegliere per un’abbronzatura sicura

Di Federica Pagliarone, giornalista scientifica

Da sempre l’estate è sinonimo di abbronzatura: una tentazione irresistibile che coinvolge tutti noi, ma che dev’essere assaporata con la dovuta saggezza perché esporsi al sole, senza la giusta protezione, può provocare seri danni alla nostra pelle. Per cui, se è vero che con l’arrivo dell’estate esporsi al sole diventa un must irrinunciabile per ottenere un colorito sano e dorato, è anche vero che per prevenire i danni all’epidermide, è fondamentale dosare le esposizioni con responsabilità, e possibilmente scegliere creme solari con formulazioni naturali e prive di sostanze dannose e filtri solari chimici. Il tutto, accompagnato da un’alimentazione equilibrata e ricca di carotenoidi, licopene e sostanze antiossidanti.

 

Solari di origine sintetica o naturali?

Stop dunque ai prodotti solari con derivati del petrolio, siliconi, profumi di origine sintetica, conservanti e filtri chimici. Via libera invece ai solari ‘naturali’ con ingredienti vegetali: oli, emulsionanti naturali, protettivi di origine vegetale e filtri fisici minerali.

Ma che differenza c’è tra filtri fisici e chimici?

In sintesi, mentre i filtri ‘naturali’ sono quelli che hanno un’azione riflettente nei confronti delle radiazioni solari – si tratta quindi di filtri “fisici”, di origine minerale, che vestono la pelle di una pellicola protettiva schermante che respinge i raggi UV – i filtri chimici, li assorbono per attenuarne l’intensità. Nello specifico, i filtri chimici, sono sostanze di sintesi, fatte in laboratorio, e sulle quali c’è un’allerta per la presenza di sostanze considerate potenziali perturbatori endocrini. C’è anche da dire però che i filtri chimici sono più efficaci nel riflettere le radiazioni: per certi versi sono il male minore se ci si espone per un periodo limitato al sole. Mentre risulta importantissimo evitare tutti quei prodotti cosmetici di uso quotidiano contenenti un fattore di protezione che utilizza filtri chimici.  Attualmente, il mercato dei solari definiti naturali è in forte crescita seppure i grandi numeri siano ancora oggi a vantaggio dei solari ‘convenzionali’, a causa della loro diffusione estremamente capillare.

Nelle formulazioni più moderne ed avanzate, invece, viene maggiormente impiegata l’associazione tra filtri chimici e fisici, condizione che garantisce un ampio spettro di foto-protezione nella banda UVB ed UVA. In tal modo, viene messa in atto una riduzione dei rischi derivanti da un uso eccessivo di filtri chimici, che possono dar luogo più frequentemente a fenomeni di sensibilizzazione o fotosensibilizzazione. Non sempre infatti le tecnologie formulistiche in cosmetica sono così avanzate da permettere il solo utilizzo di schermi fisici. Per ottenere infatti un ottimo livello di protezione nei confronti degli UV ed al tempo stesso un prodotto solare “gradevole” dal punto di vista cosmetico, è necessario che ricerca e sviluppo aziendale lavorino a lungo e con competenza.

 

I casi in cui è  vietato esporsi al sole

E se da un lato è importantissimo non esporsi al sole mentre si assumo determinati farmaci (ad es. contraccettivi orali, antidepressivi, diuretici, antinfiammatori, antistaminici, etc.) che interagiscono con esso, causando la cosiddetta “fotosensibilizzazione”, ossia una reazione della nostra pelle che può dar luogo a fastidiose manifestazioni cutanee sotto forma di macchie o eruzioni eczematose; dall’altro gli esperti raccomando di preparare la pelle prima dell’esposizione al sole.

 

Come preparare la pelle all’esposizione solare

A questo proposito, una buona prassi potrebbe essere quella di ricorrere ad una decina di bagni di sole a multionde terapeutiche che, grazie all’apporto della nuova tecnologia Collagenium, permettono di godere contemporaneamente di diversi effetti bio-positivi sulla pelle e, di conseguenza, sull’intero organismo. Pensata per un’abbronzatura dorata e invidiabile ma che rispetti la salute della pelle, questa tecnologia stimola la vitamina D (importantissima per il fissaggio del calcio e la prevenzione di artrosi e osteoporosi), favorisce la produzione naturale di collagene da parte dei fibroblasti, che contrasta l’invecchiamento cutaneo e la lassità tissutale grazie all’azione sul tessuto connettivo.