Cos’è un check-up?
Similmente a un tagliando periodico per un’auto, la sofisticata macchina umana richiede controlli periodici per evitare o anticipare problemi che, se ignorati o sottovalutati, possono sfociare in problemi di più difficile risoluzione una volta presenti e consolidati.
Questo controllo, stabilito a 50 anni e suddiviso per sesso, serve a fare il punto della situazione raggiunta un’età non ancora critica, ma che può smascherare iniziali patologie in atto o allo stadio iniziale. Queste, se non rilevate o presenti ma non prese in considerazione, possono essere già avanzate clinicamente al momento dell’esordio e se rilevate in anticipo, non sarebbero presenti con tale intensità (es. ipertensione arteriosa, diabete, marcata dislipidemia e successive cardiopatie o aterosclerosi diffusa).
Un check-up può, con buon anticipo, rilevare potenziali stati patologici e consentire trattamenti precoci, salvaguardando il benessere psicofisico del soggetto.
Ci sono “sintomi allarme” che suggeriscono la necessità di fare un check-up?
L’insorgenza di un sintomo allarme ci dice che esiste uno stato di patologia già in atto, con diversa intensità da caso a caso. Perciò, in presenza di fattori ereditari, piccoli disagi (sete, urinare spesso, cefalee, malessere ricorrente, fatica in relazione a sforzi, difficoltà a prendere sonno, stanchezza mattutina costante, ecc.) o anche solo per il fattore età, sarebbe basilare sottoporsi a un primo check-up.
50 anni, età potenzialmente critica?
Sì, i cinquant’anni possono essere indicativamente un’età critica per maschi e femmine: iniziale ipertensione, intolleranza glicidica, dislipidemie (il nostro corpo non possiede più il potenziale fisiologico dei 20-30 anni), menopausa (che genera una “rivoluzione” nella fisiologia della donna), eventuali patologie prostatiche nell’uomo, ipertensione arteriosa, dislipidemie (anomalia dei grassi presenti nel sangue), iperglicemia, nicturia (necessità di urinare più volte durante la notte), ecc.
Questo crea la necessità di differenziare esami e controlli strumentali tra le due fasce di età:
- esami bioumorali basilari e comuni;
- esami strumentali differenziati per età (controllo vascolare di base delle carotidi o TSA nell’uomo, più soggetto a patologie, specialmente se fumatore o già iperteso o con familiarità);
- ecografia addome inferiore, ovarica/prostatica secondo il sesso;
- controlli clinici e strumentali diversificati in ambito senologico per la donna over/under 50 (eco e/o mammografia);
- indici bioumorali tumorali differenziati in base al sesso, ecc.
Che differenze negli esami tra uomo e donna?
Gli esami bioumorali con emocromo e fattori emocoagulativi, quelli per la funzionalità epatica, renale, elettroliti e gli esami per le urine sono comuni. Rientrano in questa categoria anche il controllo cardiologico e quello ecografico addominale.
Si differenziano, invece, alcuni indici tumorali specifici:
- quelli prostatici (solo per l’uomo);
- mammari (generalmente esclusivi nella donna, molto raro un tumore mammario nell’uomo);
- indici neoplastici nel fumatore (senza differenza di sesso).
Eventuali esami strumentali vengono aggiunti su consiglio specifico di ogni singolo professionista.
Qual è la l’efficacia di un check-up nel rilevare eventuali problemi di salute?
Può capitare che, per timore, fretta, vulnerabilità o altre ragioni, si tenda a sottostimare un malessere costante, un piccolo campanello di allarme.
È necessario non sottovalutare un problema in quanto è più facile affrontarlo quando non è grave. Questo può riuscire a evitare l’insorgenza di una patologia conclamata.
Come prepararsi agli esami?
È sconsigliato cambiare abitudini di vita, sonno, lavoro o alimentazione in attesa dell’esame. Variazioni di dieta, introduzione di liquidi, abitudini, ecc., creerebbero solo un falso risultato in vari esami (es. funzionalità renale, clearance creatinina, acidi grassi, glicemia, vari esami bioumorali), portando a risultati sfalsati.
Per la preparazione di alcuni esami strumentali resta invece il digiuno, come per esami bioumorali (prelievo del sangue) e per l’ecografia addominale. Se completa di controllo vescicale, si richiede di bere almeno 1 litro di acqua per facilitare la visione delle pareti vescicali da parte del professionista che esegue l’ecografia.
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