Medicina

Lombosciatalgia: come affrontare il dolore e ridurre l’infiammazione

a cura di Federica Pagliarone, giornalista scientifica 

Infiammazioni, gonfiore, malformazioni: sono sempre più diffuse le patologie che provocano dolore alla schiena e alla zona sacrale tanto che la lombosciatalgia e la lombalgia rappresentano in assoluto le patologie più frequenti nei Paesi industrializzati. Il mal di schiena inoltre è il motivo più ricorrente di ricorso a visite mediche ed è la prima causa di assenza dal lavoro, costituendo pertanto un problema non solo di salute, ma anche di tipo sociale ed economico.

Si stima che oltre l’80% dell’intera popolazione mondiale abbia esperienza di almeno un episodio di mal di schiena nell’arco della propria vita: soltanto in Italia i soggetti che soffrono di mal di schiena superano i 15 milioni.
La fascia d’età più colpita è quella compresa tra i 35 e i 55 anni, ovvero la fascia delle persone in età lavorativa.

Quali sono i sintomi della lombosciatalgia?

E’ un dolore acuto del nervo sciatico che colpisce la zona vertebrale lombare e si estende fino ai glutei, agli arti inferiori e a parte dei piedi. Essa differisce dalla lombalgia perché in quest’ultima il dolore è localizzato solo nella zona lombare e sacrale, non estendendosi nella parte bassa del corpo.

Tutto parte dalla colonna vertebrale, posizionata lungo la schiena e formata da una fila di piccole ossa a forma di cilindro, collegate tra loro da un cuscinetto chiamato nucleo polposo. La colonna vertebrale protegge il midollo spinale, cioè il cuore del sistema nervoso centrale, un elemento fondamentale per la nostra vita, che parte dal cranio e arriva alla zona sacrale.
Nei casi più severi al dolore possono accompagnarsi altri sintomi, indice di sofferenza nervosa, quali formicolii, sensazione di intorpidimento o debolezza muscolare.

Le cause sono le più svariate, ad iniziare dalla postura scorretta assunta da coloro che lavorano al computer. La lombosciatalgia in particolare può essere causata da uno strappo muscolare a livello dei muscoli paravertebrali, da una contrattura muscolare, da una protrusione, da un’ernia del disco che può comprimere una radice nervosa, da una compressione radicolare per schiacciamento del disco intervertebrale.
Nello specifico, se il dolore non interessa solo la parte finale della colonna, ma anche la gamba significa che c’è qualcosa di più profondo.
In questi casi, l’organismo risponde con una contrattura dei muscoli lombari, accompagnata da un dolore acuto in tutta la zona lombare, difficoltà nel muovere la schiena e tutta la zona del tronco e delle gambe. Una lombalgia acuta è per definizione di durata inferiore alle 6 settimane e se trattata tempestivamente ha mediamente una risoluzione nell’arco di una settimana. La lombalgia cronica invece ha una durata di oltre le 12 settimane e la terapia è molto più complessa.

In presenza di mal di schiena è necessario scegliere con attenzione gli sport da praticare: non tutte le attività sportive infatti sono indicate. L’ideale è fare movimento in acqua perché la riduzione del peso corporeo facilita il movimento aiutando la muscolatura a rilassarsi. Mentre gli sport controindicati sono sicuramente quelli che sottopongono la colonna vertebrale a carichi eccessivi o a forze di trazione o torsione improvvise, come il tennis o il sollevamento pesi.

Le cure per la lombosciatalgia

Premesso che la lombosciatalgia richiede il riposo per rilassare i muscoli e attenuare il peso sulla colonna vertebrale, nei casi più critici per attenuare i dolori di questa patologia è consigliato ricorrere sia ad una terapia farmacologica, sia ad una serie di esercizi e ausili ortopedici che immobilizzano e proteggono la zona lombare. In un primo momento, è necessario far passare l’infiammazione con adeguati farmaci antinfiammatori o antidolorifici.

In seguito, quando il dolore è tenue ci si può affidare a diversi esercizi di fisioterapia volti a rafforzare i muscoli della schiena, rieducando ad una corretta postura la zona lombare e la colonna vertebrale.

Per disinfiammare e togliere il dolore, allentando la tensione muscolare, si utilizzano anche le terapie strumentali (es. la tecarterapia), che aumentano il flusso sanguigno favorendo il ricambio cellulare e scaldando i muscoli in profondità; anche il laser yag ad alta potenza riesce a penetrare nei tessuti, riducendo l’infiammazione e il dolore, così come l’ipertermia.

A queste si aggiungono le terapie manuali, effettuate da fisioterapisti qualificati e soprattutto la balneoterapia termale con metodo esclusivo RCR ideato dal Gruppo Monti Salute Più.