Il mal di testa o cefalea è un’oppressione a livello delle tempie che il più delle volte condiziona l’andamento della nostra giornata. Si tratta di una patologia spesso trascurata, ma molto invalidante che affligge circa il 90% della popolazione dei Paesi industrializzati almeno una volta nella vita. Un problema sociale e sanitario di notevole entità, estremamente costoso sia in termini di economia sanitaria (visite specialistiche, ricoveri, terapie farmacologiche che non hanno mai fine), sia in termini socio-economici, visto che chi ne soffre compromette sia il proprio rendimento lavorativo che quello sociale. In particolare, per poter classificare questo disturbo, che conta almeno 150 diversi sottotipi, occorre, di volta in volta, individuarne i sintomi per scoprire come curarla.
Che cos’è
E’ importante distinguere tra cefalee ed emicranie: le prime colpiscono tutto il cranio e raramente sono accompagnate da sintomi neuro-vegetativi; le seconde colpiscono metà del cranio e sono quasi sempre accompagnate da aura, nausea e vomito. Tra le cause scatenanti ricordiamo in primis quelle prettamente organiche quindi lesioni neoplastiche o vascolari e le emorragie intracraniche spontanee che esordiscono con una violenta ed improvvisa cefalea, associata o meno a sintomi quali nausea, vomito o disturbi neurologici. In seconda battuta, ci sono le cefalee secondarie a contrattura muscolare con vasodilatazione o vasocostrizione provocata da alcune sostanze che vengono prodotte per insufficiente energia necessaria per i processi metabolici.
Le cause
Il deficit di energia si verifica per la mancanza di due fattori principali: i nutrienti e l’ossigeno. Dando per scontato che l’ossigeno solitamente non manca (eccetto in soggetti che soffrono di gravi patologie cardiopolmonari o altre patologie croniche), per quel che riguarda i nutrienti possiamo dire che, sebbene nei paesi industrializzati non esistano deficit di macronutrienti sia organici che minerali, non esiste alimentazione spontanea in cui si possano verificare gravi carenze di macronutrienti, tali da creare carenze energetiche cellulari e compromettere il metabolismo stesso.
Al contrario, le carenze micronutrizionali nell’alimentazione moderna e negli alimenti prodotti e commercializzati dalle multinazionali, soprattutto per quanto riguarda vitamine e sali minerali, sono causa di svariate patologie e sintomi spesso invalidanti che compromettono il normale quieto vivere. Premesso ciò, possiamo affermare con certezza che il disturbo della cefalea può essere tranquillamente controllato e migliorato fino alla sparizione con un’adeguata alimentazione ricca di cibi di alta qualità ricchi di vitamine omega 3 e sali minerali. Detto ciò, se ne soffri, con un’adeguata alimentazione che non elimina alcun alimento (se non quello che inizialmente può scatenare l’attacco di cefalea), dopo alcuni mesi potresti avere effetti incredibili su questa patologia fino alla totale sparizione.
Nel carrello della spesa
Tra i cibi che scatenano la cefalea e che quindi inizialmente dovresti limitare abbiamo: formaggi stagionati, estratto di lievito, conserve di pesce (tonno, acciughe, sardine in scatola), noci, banane, patate, pomodori, fragole, crostacei, uva passa, cioccolato, alcool (noto vasodilatatore). E’ importante preferire cibi freschi a quelli conservati per evitare stimoli esogeni dati dagli additivi alimentari che possono scatenare attacchi di cefalea. Per cui via libera a: yogurt, pane, zucchero, pasta, riso, olio extra-vergine d’oliva, frutta e verdura.
Le regole da rispettare:
- associa alla dieta cibi ricchi di vitamine e sali minerali
- evita i digiuni prolungati perché il calo dei nutrienti provoca vasodilatazione cerebrale e quindi dolore
- mangia poco e spesso
- consuma prugne, gomasio (sale di sesamo) e zenzero.
Un vecchio rimedio: bevi un bicchiere di acqua calda con mezzo limone spremuto, un cucchiaino di miele e mezzo cucchiaino di zenzero.